giovedì 24 gennaio 2013


DAL SALOON AL PUB
Il bar è un luogo interessante, è un punto di convergenza, ricco di intersezioni di storie personali, felici, avventurose, drammatiche, senza senso. Sguardi si incrociano ora interessati, ora annoiati, talvolta vivaci, intrisi di voglia di novità, talvolta spenti, che nulla più hanno da chiedere all’entusiasmo della vita. Gentili signorine prendono le ordinazioni, gentili lo sono veramente? Fa parte del loro habitus, delle loro competenze essere servizievoli e disponibili con il sorriso sempre in vista, protese verso il cliente. Il cliente, una persona importante, un avvocato, un dottore o un personaggio qualsiasi, uno spazzino, un edicolante, un insegnante, ordina un caffè dall’alto del suo status di portatore di denaro. Qual è il suo reale potere, un effimero potere d’acquisto? Quante volte nella sua vita ha ordinato qualcosa, esercitando un potere che non è reale? Qual è il senso? Un fugace momento di considerazione o di rispetto in una vita opaca punteggiata di attimi evanescenti come questo?


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