venerdì 11 gennaio 2013


MENTE, PENNA E CORPI

La penna scorre sul foglio incidendolo senza incontrare grande opposizione, l’inchiostro scivola fluidamente in percorsi contorti, solchi ricchi di anse e poveri di tratti rettilinei. Frammenti di cellulosa si librano nell’aria strappati al foglio dal preciso e puntuale passaggio del pennino.
Le lettere e i numeri, la punteggiatura, i simboli, sono plasmati in rilievo sulla superficie piana assorbente, impressi. Lasciano traccia, sono testimonianza del pensiero, dei desideri, delle riflessioni, della mente che operano attraverso il cervello, l’intrico dei nervi e i muscoli di colui che guida lo strumento di scrittura. Lo stile, la bella o la brutta calligrafia, la profondità del tratto rendono esplicita l’anima, le aspettative e le intenzioni dello scrivente, rivelandone aspetti della personalità, delle attitudini e dei valori. Pagina, dopo pagina, capitolo dopo capitolo le lettere si uniscono in parole, si intrecciano. Le parole  si legano in proposizioni che danno origine all’embrione di quello che diventerà, una volta rilegato, un libro.
Il corpo  del libro è fatto di carta, inchiostro e poco più, ma il suo spirito è fatto dalle idee, dai pensieri e dalle creazioni di colui che ha pensato, inforcato una penna e vi ha trascritto una parte di sè. Perché qualsiasi pensiero è parte di noi, dal più sublime al più vigliacco.


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