sabato 26 gennaio 2013


PARACELSO
Theophrastus Bombatus von Hohenheim (1493-1541), assunse lo pseudonimo di Paracelso, ovvero al di là, superiore a Celso. Nominato medico municipale e professore, si rifiutò di formulare il giuramento, emise un volantino in cui si rifiutava di aderire alla medicina galenica e annunciava un nuovo sistema in medicina. Tale atteggiamento ribelle lo portò a bruciare pubblicamente le opere di Avicenna. Tenne lezioni in tedesco  e ammise alle sue lezioni anche barbieri-cerusici. La sua vita professionale fu caratterizzata da un comportamento non convenzionale e da controversie, da fortune alterne. Come rivoluzionario della scienza influenzò due campi principali: la MEDICINA e la CHIMICA. Nella teoria e nella pratica medica dominava l’antica dottrina secondo la quale la malattia sarebbe il risultato di uno squilibrio  dei 4 umori o liquidi corporei (sangue, flemma, collera o bile gialla e melanconia o atrabile), non è, quindi, causata da agenti specifici (cause interne). Paracelso, invece, sostenne che le cause sono esterne al corpo, che ogni malattia ha una localizzazione specifica ed è determinata da agenti “patogeni”. Il suo obiettivo fu quello di trovare sostanze specifiche per curare ogni malattia. Credeva in 3 principi: il sale (connesso allo stato solido), lo zolfo (allo stato infiammabile o oleoso) e il mercurio (allo stato fumoso o liquido). Era un alchimista e mescolava la chimica con aspetti spirituali. Il suo merito principale fu quello di distogliere l’alchimia dalla ricerca della trasmutazione di metalli vili in oro ed indirizzarla alla ricerca di sostanze utili al trattamento delle malattie. Il suo approccio in medicina fu nel complesso ascientifico essendo una collezione di analogie e metafore ed essendo lui oppositore nei confronti della medicina basata sull’anatomia e la fisiologia, cui attribuiva scarsa importanza.
Le sue teorie furono da guida per i suoi seguaci. Sulla considerazione degli osservatoti successivi è sufficiente la sentenza di Charleton che così parla dei seguaci di Paracelco “stupidi ammiratori di quel bizzarro ubriacone”.


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